Parliamo degli atteggiamenti e dei comportamenti del CTU che non trovano MAI giustificazione.
Assumerli è uno degli errori NON tecnici più diffusi in assoluto durante gli incarichi.
Prima di parlarne, definiamo cosa intendiamo per errore non tecnico.
In un articolo precedente, avevo parlato degli errori più frequenti che può commettere un CTU durante lo svolgimento del suo incarico.
Quegli erano tutti errori tecnici, ossia legati a procedure, metodi, buone prassi, ecc.
Un errore NON tecnico è, invece, un errore legato ai PERSONALI comportamenti del CTU.
Tra gli errori NON tecnici il più diffuso, in assoluto, consiste nell’ intrattenere rapporti con una delle parti in causa, senza coinvolgere l’ altra o le altre parti coinvolte nel procedimento giudiziario.
Sembra una cosa molto elementare, eppure ci cascano in parecchi.
Faccio in modo di spiegarlo in dettaglio.
I comportamenti del CTU ed il rapporto tra il CTU e le parti dovrebbero essere sempre regolati da correttezza reciproca e trasparenza.
E su questo non ci piove!
Ma la reciproca correttezza e la gentilezza non dovrebbero mai generare zone d’ombra e non dovrebbero mai sfociare nell’ accondiscendenza.
E invece è proprio questo quello che succede.
Qual è il problema?
In tutti i casi in cui il CTU:
- riceve telefonate da una delle parti;
- riceve documenti da una delle parti;
- telefona ad una delle parti;
- manda documenti ad una delle parti;
- peggio ancora, incontra una delle parti;
dovrebbe avvisare tempestivamente l’altra parte in causa (o le altre parti in causa) e riportare tutto ciò che è successo e tutto ciò che è stato scambiato (informazioni, documenti, ecc.).
Se questo non avviene, è un problema, un grosso problema.
Innanzitutto da un punto di vista etico, ma anche per ragioni di corretto funzionamento del procedimento giudiziario e del ruolo di CTU.
Ti ricordo che il ruolo di CTU è un ruolo di garanzia: sei un professionista ausiliario del Giudice, sei un organo del Giudice per cui devi assolutamente avere un atteggiamento specchiato, trasparente, neutrale.
E su questo punto c’è da chiarirsi: neutrale significa tutto tranne che essere accondiscendente.
Fare il CTU non significa fare il “dittatore duro e puro”, come fanno certi CTU che si sentono investiti da un potere divino.
Ma non significa neanche accondiscendere e/o favorire, anche indirettamente, i comportamenti delle parti in causa che tendono ad orientare il CTU:
devi semplicemente andare avanti per la tua strada.
Puoi anche accettare eventuali suggerimenti (sempre se ti vengono dati nei modi stabiliti per legge), ma solo se lo decidi con la tua testa e ne sei convinto al 100% .
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Ma facciamo un passo indietro.
Perché, a un certo punto del procedimento, capita che una delle parti in causa cerca di avere rapporti non proprio trasparenti con il CTU?
Nel corso della mia carriera ho individuato almeno 4 motivi:
- per ricevere informazioni tecniche sul procedimento;
- per carpire informazioni sull’ opinione che il CTU si è fatto e sul suo orientamento:
- per ingraziarsi il CTU;
- per influenzarlo, in qualche modo.
Il primo motivo è assolutamente legittimo: può succedere che una delle parti chieda informazioni strettamente connesse alla procedura (ad esempio, sulla tempistica delle operazioni peritali).
Gli altri motivi, invece, dipendono da una certa mentalità “ruffiana”, che tende ad orientare i comportamenti del CTU.
La convinzione che la simpatia e, in certi casi, l’adulazione (altrimenti detta “leccapiedismo”) possa portare a qualche risultato è, purtroppo, molto diffusa in Italia.
E purtroppo, non sono solo gli adulatori che ne traggono vantaggio: anche l’adulato ha un suo tornaconto in termini di auto- compiacimento e di conferma dell’importanza del suo ruolo, della sua posizione, della sua persona.
Sono atteggiamenti diffusissimi, non solo in ambito giudiziario.
Per cui, una volta carpite le informazioni, una volta ingraziato il CTU, questi adulatori (di solito avvocati poco seri) cercano di orientare il CTU verso le conclusioni più favorevoli.
E, ahimè, in alcuni casi ci riescono
Ma, in questi casi, quali sono i rischi per questi comportamenti del CTU?
Te li elenco brevemente.
Si può parlare di rischi diretti e rischi indiretti
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Tra i rischi diretti c’è, sicuramente quello che l’altra parte si accorga di questi comportamenti e lo riferisca al Giudice: in questo caso il rischio è che la CTU sia annullata e che il CTU sia sostituito.
Tradotto in soldoni: niente compenso e sputtanamento a vita.
Tra i rischi indiretti c’è la cattiva pubblicità agli occhi dell’avvocato dell’altra parte che, in futuro, si guarderà bene dall’affidare (o far affidare dai suoi clienti) incarichi di CTP, a quel tecnico.
Come dare fiducia ad un tecnico che quella volta da CTU ha dimostrato di essere di poco spessore?
Nella Guida PeritoInForma TM è contenuta la ricetta per evitare tutto questo
Qui ne do un piccolo assaggio, molto semplice: basta informare, sempre, tutte le parti di ogni cosa succede nel corso dell’incarico.
Ognuno di questi comportamenti del CTU deve essere portato a conoscenza dell’altra parte.
Il tutto con due precisazioni:
- attenzione all’utilizzo di documenti extra, forniti dalle parti in causa (ne parlo dettagliatamente in questo articolo);
- vanno bene le telefonate e gli scambi di documenti (alle condizioni su riportate); ma gli incontri assolutamente no; non vanno mai fatti incontri separati con una delle parti in causa (e/o con il suo avvocato).
Segui queste indicazioni.
…e che sia un’ottima consulenza
Michele Dimonte
PeritoInforma TM– La Guida Pratica per Consulenti Tecnici Giudiziari
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