Tra gli errori più gravi, che un consulente tecnico giudiziario può commettere, figurano sicuramente gli errori di logica (ne parlo anche qui).
Un consulente tecnico giudiziario che si imbatte in questo tipo d’errori, difficilmente ne vien fuori senza conseguenze.
Come minimo avrà difficoltà a guadagnarsi la fiducia per nuovi incarichi.
E questo vale, per qualunque figura di consulente tecnico giudiziario.
Che sia un CTU, un CTP in ambito civile, un CTP in ambio penale, un Perito d’Ufficio.
Nessun Giudice, nessun Magistrato e nessun avvocato avrà molta voglia di affidargli incarichi per successive consulenze.
In molti casi il suo incarico potrà essere annullato.
Nei casi peggiori, addirittura, il consulente tecnico giudiziario potrà essere chiamato a pagare danni.
Per migliaia di euro.
Per decine di migliaia di euro…
Queste sono le normali conseguenze degli errori di logica.
Ma come si commettono errori di logica? In che modo?
Gli errori di logica possono manifestarsi in varie modalità.
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Tutti, però, hanno una matrice in comune:
l’utilizzo del ragionamento ad albero di Natale invece di quello a grappolo d’uva…
Si si, lo so: mi sembra di sentirti mentre mi chiedi di che diavolo si tratta. 🙂
Ok, te lo spiego subito. 😉
Ragionare a grappolo significa impostare il ragionamento, partendo da tanti elementi in alto per arrivare ad un elemento in basso.
Lo so che come spiegazione non è un granché, ma fra un po’ sarò più chiaro. Promesso!
Ragionare a grappolo significa partire da un ammasso più o meno grande di dati e fatti oggettivi per giungere ad una conclusione, collegando i fatti, trovandone le correlazioni, motivando tutti i passaggi.
Un po’ come nelle dimostrazioni dei teoremi di geometria.
Si parte da un’ipotesi di partenza e si finisce a dimostrare la tesi, giustificando ogni singolo passaggio.
Del resto, come è fatto un grappolo d’uva?
In alto ci sono tanti chicchi; man mano che si procede verso il basso, il grappolo si restringe fino al chicco più in basso.
Che è il punto finale del tuo ragionamento.
Ragionare ad albero di Natale, invece, è esattamente il contrario.
Procedendo dall’alto verso il basso, si parte da un unico elemento e man mano l’albero si allarga.
Man mano che l’albero si allarga, si aggiungono sempre più addobbi.
Che differenza c’è tra i chicchi e gli addobbi natalizi?
Gli addobbi sono aggiunti da noi!
Mentre nel caso del grappolo d’uva, è la natura che ha messo i chicchi.
La differenza è enorme.
Ed è una differenza che qualunque consulente tecnico giudiziario dovrebbe conoscere.
Nel caso degli alberi di Natale, gli elementi aggiunti sono facilmente smontabili, senza lasciare alcuna traccia.
Nel caso dei grappoli d’uva gli elementi non sono aggiunti, ma sono parte integrante della struttura.
E, se provi a smontarli, ne rimarrà comunque traccia.
Il consulente tecnico giudiziario dovrebbe, sempre, ragionare “a grappolo d’uva”, sia quando è CTP, sia, soprattutto, quando è CTU o Perito d’Ufficio.
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Invece, purtroppo, spesso avviene il contrario.
Per varie e non meglio precisabili ragioni, il consulente tecnico giudiziario sposa un a tesi e si mette alla ricerca di tutto ciò che la conferma.
Con questo atteggiamento, cosa sta facendo?
Sta attaccando addobbi natalizi.
Chiunque potrà smontarli con facilità;
chiunque potrà smontare le sue tesi e le sue argomentazioni.
Perché non saranno organiche, non saranno parte integrante della struttura del suo ragionamento.
Sarebbe un buon consulente tecnico giudiziario?
Avrebbe fatto un buon servigio alla Giustizia?
Certamente no!
Otterrà la fiducia e incarichi futuri?
Certamente no!
Perchè è cosi diffuso il ragionamento “ad albero di Natale”?
Quando cominciamo a ragionare “ad albero di Natale”, alimentiamo una funzione potentissima del nostro cervello:
quella di trovare conferme a quello che crediamo giusto.
E’ una funzione molto importante che la natura ci ha dato, ma che serve in altri ambiti e per altre esigenze del nostro organismo.
In questo caso, invece, può mandarci, facilmente, fuori strada.
Quando ragioniamo ad albero di Natale, tendiamo ad innamorarci di una tesi e a “trovare” dati e fatti a sostegno di quella tesi.
Purtroppo, però, può succedere che tali dati siano forzati, oppure che ne diamo un’interpretazione distorta.
E il rischio è che tali interpretazioni valgano solo per noi, nella nostra “verità” soggettiva, non nella realtà oggettiva.
Del resto, l’albero di Natale puoi addobbarlo con ciò che ritieni più bello e più opportuno; gli addobbi sono soggettivi, dipendono da te.
Il grappolo d’uva è già così di suo, che ti piaccia o no.
Se ragioni ad albero di Natale, inserisci nel tuo ragionamento argomentazioni che, magari a te piacciono, ma sono facilmente smontabili.
Se ragioni a grappolo d’uva, invece, le tue argomentazioni sono ben solide.
Chi vuole attaccarti deve farlo sul tuo terreno, quello che tu hai preparato.
Ed è molto più facile difenderti.
Per cui se vuoi essere un ottimo consulente tecnico giudiziario sarà meglio cominciare a ragionare a grappolo d’uva invece che a caxxo di ca.., ehm, ad albero di Natale. 🙂
…e che sia un’ottima consulenza
Michele Dimonte
PeritoInForma TM– La Guida Pratica per Consulenti Tecnici Giudiziari
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