La logica nelle CTU: questa sconosciuta…

By | Luglio 13, 2016

logica nelle CTUL’utilizzo della logica nelle CTU è spesso un optional.

Una delle competenze di base che dovrebbe avere chiunque voglia svolgere i ruoli di CTU, CTP o Perito d’Ufficio è il rigore logico.

Molto spesso, purtroppo, manca.

Padroneggiare questa competenza differenzia un consulente tecnico autorevole da uno sprovveduto.

Per cui, se ci tieni a non essere considerato uno sprovveduto, continua a leggere.

La mancanza di logica nelle CTU (o nelle CTP) è una mancanza gravissima per tanti motivi.

(E il guaio è che molti pseudo corsi di formazione per CTU non ne fanno cenno.)

La mancanza di logica nelle CTU può causare tantissimi problemi.

Ne cito solo due, tra i tanti:

  • attacchi feroci che gli avvocati delle parti in causa sferrano contro il CTU;
  • annullamento della CTU e sostituzione del consulente.

Ma cosa si intende esattamente per logica nelle CTU?

Cosa si intende per rigore logico?

Ok, cerchiamo di spiegarlo in modo semplice.

Un modo semplice per definire il rigore logico è questo:

ogni affermazione deve essere giustificata e supportata da qualcosa che è ritenuto vero.

Cioè?

Ok, la metto giù ancora più semplice:

qualsiasi cosa venga affermata deve avere come punto di partenza un qualcos’altro che è già ritenuto valido e vero da tutti.

Avere rigore logico significa anche non dare mai niente per scontato.

Non c’è nulla di scontato!

In ogni argomento.

Questo è uno degli errori che vedo fare spessissimo a tanti CTU, Periti d’Ufficio e CTP.

Non c’è nulla di scontato perché per ogni persona ci saranno argomenti scontati, argomenti famigliari e argomenti sconosciuti.

E’ così per ogni persona.

E’ diverso per ogni persona.

La mancanza di logica nelle CTU è tanto più grave se si pensa che la maggior parte delle consulenze tecniche giudiziarie è in forma scritta.

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Quando comunichiamo in forma orale possiamo concederci qualche licenza, quando comunichiamo in forma scritta, invece, no.

Quando comunichiamo in forma orale possiamo permetterci di non essere rigorosi al 100 % e/o di dare qualcosa per scontato.

Tanto, dalla reazione dell’interlocutore, ci accorgiamo subito se dobbiamo aggiustare qualcosa in quello che diciamo, se dobbiamo spiegarci meglio, ecc.

Se, invece, dobbiamo comunicare in forma scritta, come nella maggior parte delle consulenze tecniche giudiziarie, dobbiamo stare molto attenti.

E’ quasi certo che il lettore possa mal interpretare, se non siamo attenti nella fase di redazione della consulenza scritta.

Dobbiamo partire con l’idea di non lasciare alcun dubbio alla persona che leggerà: non dobbiamo darle alcun possibile spiraglio di interpretazione diversa.

Per fare questo, oltre a scrivere nella maniera più chiara e comprensibile possibile, dobbiamo mettere rigore logico in tutto ciò che scriviamo e giustificare ogni singolo passaggio, come in un teorema di geometria.

Ce li ricordiamo tutti, no? 🙂

I cari teoremi di geometria e le relative dimostrazioni.

Cos’è un teorema? In estrema sintesi, un teorema è un’affermazione, è lo stabilire che qualcosa è vera e valida.

Come si fa la dimostrazione di un teorema?

Si parte da un’ipotesi e si arriva alla tesi.

L’ipotesi è un fatto certo, la tesi è quello che si vuole dimostrare, è quello a cui si vuole arrivare.

Tra il punto di partenza (l’ipotesi) ed il punto d’arrivo (la tesi) c’è una serie di passaggi logici da compiere.

Ogni passaggio logico deve essere argomentato: deve poggiare su un qualcosa di solido, di oggettivo.

Nella redazione delle consulenze tecniche dobbiamo fare questo, dobbiamo avere questo atteggiamento.

Ogni affermazione che riportiamo nella relazione deve essere un teorema:

partiamo da A ed arriviamo a B con un certo tipo di ragionamento.

I punti di partenza delle nostre affermazioni devono essere fatti veri, solidi.

I punti di partenza possono essere:

  • le tesi di altri teoremi;
  • i postulati;
  • gli assiomi.

A scuola, tutti abbiamo avuto a che fare con i postulati.

Cosa sono i postulati?

Sono delle affermazioni che devono essere accettate per vere, quasi come atto di fede.

Un postulato è una sorta di teorema speciale, la cui tesi è “imposta”, senza dimostrazione.

Concettualmente simile al postulato è l’assioma.

Un assioma è una affermazione che non ha bisogno di dimostrazione perché ritenuta vera ed evidente da tutti.

Per cui, tornando alle consulenze tecnico- giudiziarie, tutte le nostre affermazioni devono partire da ipotesi certe: da altre affermazioni dimostrate, da postulati o da assiomi.

Questo si intende per logica nelle CTU.

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I nostri assiomi, i nostri postulati e le nostre ipotesi di partenza possono essere:

  • sentenze di Corte di Cassazione;
  • leggi;
  • normative tecniche;
  • letteratura tecnica (citando la fonte);
  • tesi ed opinioni di esperti ritenuti autorevoli (citandoli);
  • nostre tesi (affermazioni che abbiamo già inserito e dimostrato nella relazione);
  • informazioni raccolte presso operatori del settore specifico, oggetto della relazione.

Attenzione però!

Ho elencato tutte le tipologie di ipotesi (o punti di partenza) che possiamo utilizzare all’interno delle relazioni di CTU, ma non hanno tutte lo stesso rango.

L’ordine non è casuale: ho elencato le tipologie di ipotesi dalle più spendibili alle meno spendibili.

Quanto più andiamo a raccogliere nei piani alti di questa scala, tanto più siamo credibili ed autorevoli.

Ad esempio: se, a supporto delle nostre affermazioni, utilizziamo una Sentenza di Cassazione, veniamo percepiti come consulenti molto autorevoli.

(A proposito, ho preparato un Opuscolo sulle Sentenze di Cassazione che riguardano il mondo delle consulenze tecniche giudiziarie).

Per cui, in altre parole, le informazioni raccolte presso operatori del settore sono da evitare: devono essere proprio l’ultima spiaggia, da utilizzare solo se non hai altri riscontri oggettivi.

Ovviamente è sempre possibile, anzi è molto opportuno, utilizzarle a corredo di qualcuna proveniente dai piani alti.

Quando, in una relazione di consulenza tecnico giudiziaria, noto che il consulente tecnico ha fatto riferimento solo alle “informazioni raccolte presso operatori del settore”, sono certo che la solidità dei suoi argomenti è davvero scarsa: ha costruito una casa sulla sabbia.

Per cui si può buttar giù facilmente: basta una raffica di vento un po’ più forte del normale.

Ora, quali sono le implicazioni di tutto questo?

Se scrivi una relazione di consulenza tecnica giudiziaria con poco rigore logico, ti qualifichi immediatamente come impreparato.

E la tua relazione stenterà ad essere presa sul serio.

Anzi.

Non sarà presa sul serio!

Perché?

Perché i lettori più importanti della tua relazione sono il Giudice e gli avvocati.

Queste persone sono esperte di materie giuridiche ma non certamente delle tue materie tecniche.

Per cui, l’unico aspetto su cui si possono basare per farsi un’opinione è proprio l’aspetto extra tecnico: ossia, ti valutano su quanto rigore logico è contenuto nelle tue affermazioni.

Ed è proprio questo l’aspetto che utilizzano per “convalidare” o meno le tue argomentazioni tecniche.

Ecco perché è fondamentale il rigore logico nelle CTU (ma anche nelle CTP).

…e che sia un’ottima consulenza.

Michele Dimonte

PeritoInForma TM– La Guida Pratica per Consulenti Tecnici Giudiziari

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