La storia del CTU che costruiva cattedrali

By | Giugno 17, 2016

la storia del CTU che costruiva cattedraliTi starai chiedendo: “un CTU che costruiva cattedrali? Follia!”

Vero! 😉

Ma seguimi un attimo e vediamo cosa avrà mai a che fare un CTU con tre operai alle prese con una cattedrale…

Ti racconto una storia…

C’erano tre operai in un cantiere edile e tutti e tre stavano svolgendo la stessa mansione: cioè facevano esattamente la stessa cosa.

Ad ognuno di loro fu chiesto cosa stessero facendo:

Il  primo rispose: “ Sto spaccando pietre”;  il secondo: “Mi guadagno da vivere”; il terzo: “Sono orgoglioso di contribuire con il mio lavoro alla costruzione della più grande cattedrale di tutti i tempi”.

Morale della favola…

Se tutti e tre gli operai stavano facendo la stessa cosa ed hanno dato, ciascuno, una risposta differente, è evidente che la diversità non stava in quello che facevano ma in come lo vivevano, in come lo percepivano.

O, se vogliamo dirla in altri termini, ciascun operaio stava dando la sua personale interpretazione della realtà che lo circondava.

Di base, ovviamente, queste tre rappresentazioni sono tutte legittime: ognuno può pensare ciò che vuole o che ritiene opportuno ed ognuno può descrivere a suo modo quello che sta facendo.

La cosa interessante, però, è che il modo in cui viene descritta la realtà porta a conseguenze assolutamente differenti: probabilmente il primo operaio sentirà il peso della fatica già dai primi minuti della giornata; il secondo magari farà il suo lavoro con la normale diligenza ma non ci metterà passione, né sarà incentivato a fare del suo meglio; il terzo, invece, ci metterà passione, aiuterà e spronerà i suoi colleghi, cercherà di migliorare se stesso e ciò che fa: magari, per esempio, troverà un modo più efficiente di  lavorare la pietra.

Ti starai chiedendo: “ok, storia interessante, conclusioni giustissime ma….cosa c’entra tutto questo con la professione di consulente tecnico giudiziario?”

C’entra eccome! Nelle aule dei Tribunali, tutti i giorni, avviene esattamente la stessa cosa, ogni singolo giorno!

Se, fortunatamente, sono pochissimi i CTU, CTP e Periti d’Ufficio che credono di “spaccare le pietre”, ahimè ce ne sono moltissimi che si comportano esattamente come il secondo operaio: ossia affrontano il ruolo di CTU, CTP e Perito d’Ufficio per vivere, per guadagnare qualcosa.

Chiariamo: non c’è nulla di moralmente sbagliato in questo atteggiamento, ma limitarsi solo a questo porta ad una visione piatta e verso un atteggiamento arido. È una visione incentrata solo su se stessi. Punto.

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Qual è il problema?

Proviamo a confrontare questo CTU con un CTU che la pensa, invece, come il terzo operaio ed il problema è servito:

CTU, CTP e Periti d’Ufficio che hanno una visione più allargata della realtà e che ricoprono questi ruoli sia per un tornaconto personale (perché, alla fine, non stiamo di certo qui a pettinar le bambole!), sia per fare qualcosa di utile per la società, per gli altri, per la Giustizia. Esattamente come il terzo operaio orgoglioso di contribuire alla costruzione della più grande cattedrale.

Nel caso dei consulenti tecnici giudiziari, il fine ultimo è far emergere la verità, aiutare le persone a veder riconosciute le loro giuste aspirazioni ed i loro diritti, aiutare la Giustizia evitando sentenze inique, ingiuste, lungaggini, ecc.

Pensaci un attimo, se la Giustizia funzionasse al meglio, la vita di tutti quanti sarebbe di qualità nettamente superiore.

Ad esempio (il primo che mi viene in mente- se ne potrebbero fare a bizzeffe), ci sarebbero molti più investimenti (molti investitori esteri rinunciano all’Italia proprio perché il sistema Giudiziario non è affidabile e può ritardare di decenni il tempo di ritorno di un investimento), quindi più lavoro per tutti e, di conseguenza, più serenità in giro.

La conseguenza più immediata di questo atteggiamento proattivo, da costruttore della più grande cattedrale di tutti i tempi, è che questi consulenti si auto-costringono ad elevare i propri standard di preparazione perché vogliono dare il meglio ai loro clienti ed alla Giustizia; in questo modo nasce un circolo virtuoso che si autoalimenta: più il consulente è preparato, più cresce la percezione di valore che i clienti hanno del consulente, più il consulente diventa consapevole di questo valore.

Di conseguenza, non di poco conto, il consulente in questione può decidere di chiedere compensi più alti della media, proprio perché il suo valore è maggiore di quello dei suoi  “concorrenti”.

Questo discorso vale soprattutto per le CTP, poiché per le CTU (e per le Perizie d’Ufficio) i compensi sono fissati dalla Legge, quindi c’è poco margine di manovra; ma, indirettamente, è un discorso valido anche per CTU e Periti d’Ufficio: un consulente preparato è molto “appetibile” per i Giudici i quali, lo ricordo, hanno una forte componente discrezionale quando devono affidare un incarico di CTU o Perizia d’Ufficio.

Per cui, il tutto si traduce comunque in un aumento del reddito del consulente: o perché aumentano i suoi compensi (nelle CTP), o perché aumenta il numero di incarichi che si vede affidare (nel caso delle CTU o Perizie d’Ufficio).

Come vedi, la visione allargata al “bene comune” porta molteplici benefici anche a livello del singolo individuo: il contrario, invece, non avviene mai!

Per cui, da oggi, quando ricoprirai un incarico di consulente tecnico giudiziario, chiediti sempre se stai spaccando pietre, se lo stai facendo per vivere o se stai costruendo una cattedrale.

Il mio consiglio è quello di costruire una cattedrale…

…e che sia un’ottima consulenza.

Michele Dimonte

PeritoInForma TM– La Guida Pratica per Consulenti Tecnici Giudiziari

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