Sento, spesso, molti colleghi lamentarsi delle difficoltà di lavorare come CTU.
In particolare, le lamentele più frequenti sono concentrate su :
- Scarsità degli incarichi: nel corso dell’anno, gli incarichi di CTU sono talmente pochi che si possono contare sulle dita di una mano…mozza;
- I compensi sono bassi: guadagna di più una Colf o un immigrato ai semafori (con tutto il rispetto per queste persone).
Ora, non dico che questo non sia vero…
E’ sicuramente vero che il numero di incarichi di CTU è esiguo.
Ed è vero che, in molti casi (ma non in tutti i casi!) i compensi sono davvero bassi.
Ma se tutto questo è vero, è altrettanto vero che siamo anche noi a generare difficoltà.
Il motivo è semplice:
non sappiamo guardare oltre!
E’ una trappola in cui sono caduto parecchie volte nel corso degli anni; ma poi sono riuscito a guardare oltre.
E vorrei che lo facessi anche tu che stai leggendo queste righe.
Se riesci a guardare oltre scoprirai che:
lavorare come CTU è una grandissima opportunità!
Sono convinto che lavorare come CTU sia una grandissima opportunità, al di là del fatto che gli incarichi possano essere pochi o tanti o che i compensi possano essere alti o bassi.
E la pensano così tantissimi colleghi.
Un compenso basso è un’opportunità?
Sicuramente si, a patto di avere una corretto approccio alla gestione del denaro.
Molti colleghi non hanno un criterio preciso per spendere il loro denaro:
in questi casi non c’è santo che tenga qualunque compenso sarà sempre basso.
Questi colleghi non riescono a guardare oltre: riescono solo a dire che il compenso è basso.
Eppure ci sono altre strade!
Una possibile alternativa consiste, ad esempio, nel non spendere i compensi derivanti dagli incarichi di CTU e nell’impiegarli in un qualche investimento.
In questo modo, anche un compenso di soli 1.000 euro diventa prezioso nel tempo, grazie al potere degli interessi composti.
Così, ad esempio, con un interesse del 5% annuo, in 25 anni i 1.000 euro diverebbero 3.386,35 euro.
Ora, se fai il calcolo su tutti gli incarichi di CTU che dovresti ricevere nel corso di 25 anni (almeno uno all’anno) ti rendi conto che potresti contare su una bella sommetta.
[Se vuoi, divertiti a fare i calcoli: la formula per calcolare la somma finale è S= C (1+ i)^n, dove C è il capitale iniziale, i è il tasso di interesse annuo, espresso in decimali (0.05 se il tasso percentuale è il 5%), n è il numero di anni.]
Questo è solo uno dei modi di guardare oltre: visto che i compensi sono bassi e non mi cambiano la vita ora, decido di accumularli per avere una bella sommetta a fine carriera. (non si fa un gran parlare delle basse pensioni che ci toccheranno in futuro?)
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Pochi incarichi sono un’opportunità?
Certo che si! E per svariate ragioni.
Anzi, anche un solo incarico è una grandissima opportunità!
- E’ un’opportunità per approfondire nuove tematiche in ambito professionale per poi, magari, sviluppare nuove competenze al riguardo.
- E’ un’opportunità per conoscere altri colleghi (i CTP delle parti in causa) con i quali collaborare, in futuro, nel settore delle consulenze tecniche giudiziarie e/o in altre branche della professione.
- E’ un’ opportunità per farti conoscere dagli avvocati delle parti in causa, con i quali potresti, in seguito, collaborare come CTP, in altri procedimenti giudiziari.
Certo devi saperti muovere, devi sapere cosa stai facendo.
Certo, se vuoi essere notato ed apprezzato, devi sapere svolgere il ruolo e lavorare come CTU in maniera impeccabile, ecc.
Le cose stanno cambiando, il mondo evolve alla velocità della luce.
Sempre più spesso, ad esempio, è richiesto che il CTU debba saper fare la conciliazione.
Se sai come farla, diventa anche più semplice ricevere incarichi, perché i giudici saranno contenti di avere un CTU che riesce a conciliare e li aiuta smaltire i loro enormi carichi di lavoro.
Se non sai farla, è ovvio che avrai sempre più difficoltà, perché sarai scavalcato da colleghi che, invece, sono in grado di portarla a termine.
E’ ovvio che se commetti errori nel corso degli incarichi, sarai notato, certo, ma in negativo!
Quindi niente più futuri incarichi di CTU dai Giudici e nemmeno future collaborazioni con gli avvocati.
E’ ovvio che, se non ti va di studiare e di approfondire, non aggiungerai mai altre competenze al tuo curriculum.
Sono anch’io d’accordo sul fatto che ci sia tanto da migliorare, specie sul problema dei compensi, ma questo è fuori dalla nostra portata:
non siamo noi a fare le leggi!
E quando una cosa è fuori dalla tua sfera di influenza e controllo non puoi farci nulla:
devi fare il meglio che puoi con quello che hai a disposizione.
E’ un po’ come avere a disposizione solo una zattera per un oceano e pretendere di avere una barca; se la barca non c’è, datti da fare con la zattera!
(anzi, ringrazia che hai questa opportunità, altrimenti dovresti farti l’oceano a nuoto!!!)
Per cui non puoi fare altro che prepararti in maniera approfondita e guardare oltre…
Scegli tu: puoi prepararti (e, magari, farlo con la mia Guida PeritoInForma TM 😉 ) oppure lamentarti perché non c’è lavoro…
Dipende solo da te…
…e che sia un’ottima consulenza.
Michele Dimonte
PeritoInForma TM– La Guida Pratica per Consulenti Tecnici Giudiziari
Caro Michele,
sono perfettamente d’accordo (come sempre) con quello che scrivi. Hai la virtù di essere: concreto, incisivo, realistico e soprattutto di esporre le “realtà nascoste” in modo veramente “alla portata di tutti”. Chi Ti legge, a mio sommesso avviso, non ha bisogno di avere accanto il vocabolario per sapere il significato, a volte, degli inutili e spropositi “paroloni”! Farò tesoro di quello che ho appena letto, così come, del contenuto del libro ” QUALCUNO SALVI IL CTU E NON SI DIMENTICHI DEL CTP”, recentemente acquistato. Consentimi che Ti dica: complimenti e grazie per i saggi consigli che ci dai. Un caro saluto. Enzo.
Grazie Vincenzo!!!